“Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa”
Alex Zanardi
Alex Zanardi capì fin da piccolo che la velocità può donare tante soddisfazioni ma anche grandi sofferenze: infatti, sua sorella Cristina morì giovanissima a causa di un incidente stradale. Nonostante questo terribile lutto, il giovane Alex volle comunque seguire la sua passione per i motori, dedicandosi in particolare ai KART. Arrivarono poi i debutti convincenti in Formula 3000 e Formula 3, seguiti dalla Formula 1 dove invece non ottenne i risultati sperati.
Fu così che nel 1996 decise di rivolgersi al campionato statunitense CART, gareggiando per la scuderia Target Chip Ganassi Racing. Già in quella stagione, che verrà vinta dal compagno di squadra Jimmy Vasser, Alex ottenne grandi risultati: il 3° posto nella classifica finale e il “Premio Miglior pilota debuttante”.
L’esaltante debutto del 1996 fu il preludio di un biennio d’oro: nel 1997 e nel 1998 Alex Zanardi si impose come il miglior pilota del campionato, vincendo due mondiali CART consecutivi.
Ma il 15 settembre 2001, sul circuito tedesco di Lausitzring, dove pochi mesi aveva perso la vita il collega e amico Michele Alboreto, la sua monoposto fece un testacoda e fu tranciata in pieno dalla vettura guidata dall’italo-canadese Alex Tagliani. A seguito di quell’impatto violentissimo Alex Zanardi perse entrambe le gambe.
Grazie ad una straordinaria forza di volontà e al sostegno della sua famiglia, Alex Zanardi riuscì in pochi mesi a tornare a gareggiare con risultati sorprendenti: il desiderio di rivivere le emozioni della velocità e della vittoria lo portò a guidare automobili da corsa appositamente modificate (campionati CART e BMW 320si WTCC) e successivamente ad avvicinarsi al paraciclismo (handbike cat. H4 e H5).
In quest’ultima disciplina, dopo il promettente 4° posto alla maratona di New York del 2007 ottenne i primi grandi successi ai giochi paralimpici di Londra del 2012: due medaglie d’oro e una d’argento. Un palmarès esattamente replicato nella seguente edizione a Rio de Janeiro del 2016. Notevoli anche i risultati ai Mondiali su strada (dal 2011 al 2018: dieci medaglie d’oro, quattro d’argento e una di bronzo) e nel Triathlon “Ironman”, in cui ha stabilito più volte il record mondiale paralimpico.
Ormai non ci sono dubbi: Alex Zanardi è nato per correre… e per vincere!
Il Museo della Resilienza ospita due oggetti che rappresentano due momenti significativi della vita di Alex Zanardi: Un berretto ufficiale della scuderia Target Chip Ganassi Racing firmato nel 1997 dai campioni mondiali Jimmy Vasser (1996) e Alex Zanardi (1997, 1998) e una bella fotografia autografata da Alex Zanardi che lo ritrae alla consegna della medaglia d’oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012.
CURIOSITÀ
Durante la stagione CART del 2003 gli organizzatori consentirono ad Alex Zanardi di correre su una monoposto da gara nello stesso circuito tedesco in cui, due anni prima, era stato vittima del terribile incidente. Il pilota così ha potuto percorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001. I tempi registrati sul giro furono così veloci che se il pilota fosse stato iscritto al campionato gli avrebbero permesso di partire dalla quinta posizione!