“A Max Borkum e Famiglia: mentre si conclude un secolo e se ne affaccia uno nuovo, auguriamo un’era di amore, prosperità e di pacifica convivenza a tutti”
Nelson Mandela e Graça Machel
Il giovane avvocato Nelson Mandela cominciò ad avere problemi con la giustizia a metà del novecento ossia quando, dopo aver avviato in Sud Africa il primo studio legale per la tutela dei diritti delle persone di colore, venne eletto Presidente della lega giovanile dell’African National Congress (A.N.C.). I suoi interventi pubblici per uno Stato senza Apartheid erano percepiti dalle autorità come destabilizzanti e pericolosi e pertanto Mandela venne arrestato più volte con l’accusa di tradimento, riuscendo ad ottenere comunque la scarcerazione. Tuttavia agli inizi degli anni ’60 la situazione precipitò: le repressioni delle forze dell’ordine alle marce pacifiche si fecero sempre più violente e sanguinose, fino al tragico “Massacro di Sharpeville” che causò la morte di 70 manifestanti oltre a circa 180 feriti. I fatti vennero immediatamente censurati dall’ONU e il Sud Africa si ritrovò isolato diplomaticamente.
In un contesto ormai difficilmente domabile, il governo decise comunque di persistere sulla linea della intransigenza: l’A.N.C. venne sciolto e i principali esponenti vennero arrestati. Nella sua arringa difensiva durata 4 ore, Mandela disse: “Ho nutrito l’ideale di una società libera e democratica, in cui tutte le persone vivono insieme in armonia… Questo è un ideale per cui vivo e che spero di realizzare. Ma se è necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire”. Il processo si concluse nel 1964 con la condanna all’ergastolo di Mandela e di diversi esponenti di spicco dell’ANC. Durante la prigionia del leader anti-apartheid sempre più persone decisero di supportare apertamente la sua causa con iniziative letterarie, artistiche e musicali. Vi furono anche iniziative politiche importanti condotte in parlamento: Max Borkum, influente broker finanziario e Presidente della Borsa di Johannesburg, fondò il Partito Progressista composto da cittadini sudafricani bianchi intenzionati ad abrogare legalmente la segregazione razziale.
Nelson Mandela venne finalmente liberato nel 1990, dopo quasi 27 anni passati in prigione. Tre anni dopo ricevette il Premio Nobel per la Pace e nelle prime elezioni a suffragio universale del 1994 fu eletto Presidente del Sud Africa. Nel 1998 sposò Graça Machel, una brillante avvocato attivista per i diritti delle donne e dei bambini già vedova del Presidente del Mozambico Samora Machel e pertanto unica donna al mondo ad essere stata “First Lady” di due nazioni. Finita la sua esperienza presidenziale nel 1999 proseguì nei restanti 14 anni di vita la sua azione umanitaria portando avanti, con il supporto della moglie, una instancabile battaglia per la pace e la comprensione umana oltre i confini del Sudafrica.
Il Museo della Resilienza ospita una cartolina firmata da Nelson Mandela e dalla moglie Graça Machel con un messaggio di pace e di fratellanza universale rivolto proprio al politico Max Borkum e alla sua Famiglia in occasione del cambio di secolo. La cartolina è accompagnata da una rara prima edizione pubblicata nel 1994 del libro autobiografico “Long walk to freedom”.
CURIOSITÀ
Nelle scuole coloniali le insegnanti inglesi ricordavano con difficoltà i nomi dei piccoli studenti nativi e quindi spesso ricorrevano a dei soprannomi. Mandela cominciò quindi ed essere chiamato “Nelson” dalla maestra del collegio di Healdtown sebbene il suo vero nome fosse “Rolihlahla” che in lingua xhosa significa “attaccabrighe“.
RINGRAZIAMENTI
Un sentito ringraziamento a Jakkie van Eden e al suo negozio di libri “The Little Collectors Bookshop” in Pretoria (Sud Africa) per aver ceduto la cartolina e il libro dei Nelson Mandela e per aver dimostrato particolare empatia alla finalità del museo.
Matteo, i will gather some more positive material and furnish it to you for possible inclusion in your most beautiful dedication to your late brother!! What an inspiration you are, i salute you!
"Mi piace"Piace a 1 persona