Il paradiso delle Hawaii dopo l’inferno di Pearl Harbor

“Un giorno la guerra finirà e le Hawaii torneranno ad essere la graziosa terra degli arcobaleni”

Guida turistica hawaiana del 1943

Sebbene le Hawaii siano diventate ufficialmente il 50° stato degli USA soltanto nel 1959 l’influenza economica e militare statunitense sull’arcipelago si era già affermata nella fine dell’800 grazie ad un colpo di Stato operato da alcuni cittadini americani che sancì la fine della monarchia locale e la nascita del “Territorio delle Hawaii“. Per gli USA, infatti, le Hawaii erano un luogo di importanza strategica non solo come fonte incessante di risorse agroalimentari (principalmente frutta tropicale, caffè e canna da zucchero) ma anche come avamposto difensivo nell’Oceano Pacifico.

All’inizio della seconda guerra mondiale gli USA dichiararono di non voler partecipare attivamente al conflitto e riuscirono a mantenere questo approccio neutrale fino al 7 dicembre 1941, il giorno del drammatico attacco giapponese alla base militare di Pearl Harbor, situata nella baia di Honolulu. L’operazione militare nipponica fu volutamente condotta senza una preventiva dichiarazione di guerra così da cogliere di sorpresa gli statunitensi e massimizzare i danni alla loro dotazione aeronavale. Alla fine dell’incursione giapponese morirono 2.400 soldati americani e oltre 1.200 rimasero gravemente feriti, oltre 300 aerei vennero distrutti o pesantemente danneggiati e ben 5 corazzate, oltre ad altre importanti navi militari, vennero affondate. Il Presidente Franklin D. Roosevelt definì quell’attacco Day of infamy” ossia il giorno dell’infamia, proprio perché fu scagliato senza alcun avvertimento a livello diplomatico.

L’arcipelago, distante 4.000 km dalla California e 7.000 km dal Giappone, si scoprì quindi improvvisamente vulnerabile e privo di certezza sul proprio futuro, tanto che molti arrivarono ad ipotizzare una invasione da parte dell’esercito giapponese per impossessarsi delle basi militari e del cospicuo denaro contante presente sulle isole. Per questo motivo gli USA decisero di sostituire tutte le banconote presenti alle Hawaii con dei Dollari recanti la sovrastampa “HAWAII” così da poterli dichiarare fuori corso in caso di occupazione straniera. Questo stratagemma permise agli abitanti locali di riprendere lentamente un vita normale, sebbene sotto continua minaccia da parte dell’esercito giapponese. Terminata la seconda guerra mondiale, tali banconote “particolari” furono richiamate e sostituite con denaro comune, tranne alcuni esemplari che gli abitanti decisero di conservare come ricordo.

Il Museo della Resilienza ospita una delle banconote con sovrastampa “HAWAII” utilizzate dopo l’attacco giapponese e una guida turistica stampata nel 1943, nonostante in quel momento l’arcipelago fosse pesantemente segnato dalle operazioni militari e la presenza turistica fosse trascurabile. Dopo aver ricordato le bellezze naturali e i luoghi di maggior interesse delle Hawaii con fotografie scattate prima del conflitto, gli autori della guida hanno voluto chiudere il libretto con un messaggio di speranza:“Un giorno la guerra finirà e le Hawaii torneranno ad essere la graziosa terra degli arcobaleni.

CURIOSITÀ

Come è noto il secondo conflitto mondiale si concluse con la firma dell’armistizio da parte dei giapponesi sulla corazzata americana Missouri. Nel 1999 si decise di ancorare stabilmente tale nave nella base militare di Pearl Harbor, vicino al mausoleo commemorativo costruito sulla corazzata Arizona affondata nell’attacco del 1941. Pertanto le due navi che hanno visto l’inizio e la conclusione delle operazioni militari americane nella seconda guerra mondiale ora sono collocate a pochi metri di distanza.

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