La cintura di Monterosso e la rinascita dall’alluvione del 2011

 

“Dove c’è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà”

Niccolò Machiavelli

Il 25 ottobre del 2011 nelle province di La Spezia Massa Carrara si verificò un evento meteorologico eccezionale con piogge che toccarono i 500 mm in poche ore (una quantità di pioggia superiore alle precipitazioni annuali di diverse località della Sicilia e della Sardegna). I corsi d’acqua, solitamente in secca o con portate ridottissime, diventarono improvvisamente enormi fiumi di fango che travolsero ogni cosa. Tra i paesi colpiti vi era anche Monterosso al Mare, un piccolo borgo situato nelle Cinque Terre, un’area della Liguria dichiarata patrimonio UNESCO e visitata ogni anno da centinaia di migliaia di persone. Al termine dell’alluvione il paese si ritrovò in una situazione veramente drammatica: a causa delle frane e dei detriti le vie di comunicazione terrestri furono dichiarate impraticabili e quasi tutte le attività commerciali e parte delle abitazioni risultarono pesantemente compromesse. 

Tuttavia gli abitanti di Monterosso al Mare non si persero d’animo e nonostante i danni enormi e le difficoltà logistiche, si diedero un obiettivo ambizioso: ricostruire il paese in soli cinque mesi così da poter accogliere i turisti per le Vacanze di Pasqua del 2012. Dopo aver allestito una grande tenda in piazza per riscaldarsi e mangiare tutti insieme, i Monterossini e diversi volontari lavorarono fianco a fianco, giorno e notte, ripulendo completamente il paese dal fango e ricostruendo tutte le strutture danneggiate. Tutti hanno contribuito condividendo competenze e risorse e il miracolo alla fine si è realizzato: il giorno 8 aprile 2012, Monterosso al Mare si è presentata bella come sempre ai primi turisti della stagione.

Il Museo della Resilienza ospita una cintura bianca “vinta” a Monterosso durante una pesca di beneficenza organizzata pochi mesi dopo l’alluvione dalla parrocchia locale. L’oggetto, proveniente da un negozio di abbigliamento del posto, presenta un lato esterno lucido privo di segni particolari e un lato interno poroso in cui, con una osservazione attenta, si possono notare evidenti tracce brune, dovute alla particolare composizione minerale del suolo (da cui deriva il nome del paese). La cintura poggia su una tipica scheggia di pietra rossa raccolta in loco. Questo oggetto rappresenta metaforicamente l’animo dei Monterossini, sempre desiderosi di mostrare un volto positivo ai turisti nonostante il doloroso ricordo di quegli attimi.

CURIOSITÀ

Grazie al provvidenziale intervento del monterossino Sandro Usai, un volontario della Protezione Civile sceso per le strade del paese durante l’alluvione, tutti i turisti vennero avvisati in tempo e riuscirono a mettersi in salvo. Tuttavia nel suo ultimo giro di perlustrazione in cui volle verificare l’assenza di persone in pericolo, il giovane fu inghiottito da un’ondata di fango e scaraventato nel mare in burrasca, perdendo la vita. Questo suo estremo gesto gli valse la Medaglia d’Oro al Valore Civile. Durante le operazioni di ricostruzione, i cittadini si accorsero che l’ondata di fango aveva abbattuto un vecchio muro all’ingresso del centro abitato creando un “largo”, ossia una piccola piazza, che prima non esisteva: tale largo ora porta il nome di Sandro Usai, l’eroe monterossino.

La targa presente nella piccola piazza dedicata all’eroe Sandro Usai

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