Per Kasparov gli scacchi sono molto più di un gioco

Gli scacchi rafforzano la concentrazione e la logica, insegnano a rispettare le regole e a prendersi le proprie responsabilità nonché a trovare soluzioni in uno scenario incerto”

Garri Kasparov

Garri Kimovič Kasparov è stato il “re degli scacchi” per quasi vent’anni, detenendo il titolo di Campione del mondo ininterrottamente dal 1985 al 2000, prima per l’URSS e poi per l’odierna Russia. Riuscì ad imporsi a livello internazionale grazie al suo incredibile talento nonostante fosse, sotto molti aspetti, un cittadino scomodo: nato nella remota Repubblica sovietica dell’Azerbaigian, da padre ebreo e madre armena, ebbe il coraggio di dichiararsi apertamente anti-comunista attirando le attenzioni del KGB. Dopo il trionfo nel Campionato Sovietico Junior a soli dodici anni, nel 1980, a diciassette anni, vinse il campionato del mondo Juniores. Nei due anni seguenti si aggiudicò il Grandmaster Internazionale e il titolo di campione di Russia, fino ad arrivare, all’età di ventun anni, a disputare la sua prima finale mondiale contro il campione in carica Anatolij Karpov.

Kasparov e il Campione uscente si sfidarono per la prima volta nel 1984. Fu una lunga sfida nella quale emerse l’abilità di Garri, il quale diventò ben presto la personificazione dell’individualismo e della libertà politica e culturale, in piena opposizione rispetto a Karpov, ritenuto il vessillo del comunismo più ortodosso, essendo quest’ultimo membro del PCUS ed ex elemento di spicco del Comitato Centrale del Komsomol. La prima partita tra loro fu una vera e propria epopea: la solida difesa di Karpov si rivelò, in prima battuta, vincente contro la spregiudicatezza del giovane sfidante ma quando a Karpov mancò una sola partita per vincere, Kasparov cambiò strategia puntando allo sfinimento psico-fisico dell’avversario costringendolo a subire trenta partite chiuse in parità. Karpov accusò il colpo e dopo tre mesi di partite chiuse in pareggio, perse tre match. Kasparov sottopose Karpov ad ulteriori cinque mesi di partite terminate in parità. La Federazione Internazionale degli Scacchi decise quindi di intervenire riavviando la sfida e introducendo un limite numerico alle partite (ventiquattro). Fu così che tra settembre e novembre del 1985 Kasparov riuscì a battere Karpov diventando il più giovane giocatore ad aggiudicarsi il titolo mondiale, a soli ventidue anni.

Garri Kasparov, negli anni seguenti, utilizzò gli scacchi non solo per affermare la libertà individuale rispetto al potere politico, ma anche per cogliere le sfide poste dalla tecnologia e dalla intelligenza artificiale, dimostrando le enormi potenzialità della mente umana.

Nel 1996 Kasparov accettò di gareggiare contro Deep Blue, un elaboratore prodotto dalla IBM. Dopo essere stato sconfitto nella prima partita, Kasparov capì che non avrebbe prevalso sulla macchina applicando la logica e riuscì quindi a vincere la sfida per 4 partite a 2 mandando in tilt il computer con una serie di mosse inedite e irrazionali. Nella rivincita seguente Deep Blue vinse di stretta misura, tuttavia molti notarono una strana lentezza del computer. IBM si oppose alla richiesta di verificare i tabulati dei calcoli e alla possibilità di una sfida di spareggio sotto osservazione da parte di terzi, alimentando maggiormente il sospetto che le mosse di Deep Blue fossero suggerite da giocatori esterni. 

Nel 1999, utilizzando internet, Kasparov affrontò una squadra rappresentante il resto del mondo (World Team) composta da oltre 58.000 giocatori provenienti da 75 paesi diversi, i quali scelsero le mosse attraverso una votazione online. La partita denominata “Kasparov – Resto del mondo”fu seguita da oltre tre milioni di visitatori e venne vinta dal Campione russo in 62 mosse.

Dopo il ritiro dalle competizioni mondiali, avvenuto nel 2005, Garri Kasparov ha continuato a lottare per la libertà e la democrazia nel mondo, in Russia è stato arrestato più volte per aver partecipato a manifestazioni di protesta non autorizzate.

Il Museo della Resilienza espone un gioco degli scacchi autografato da Garri Kasparov, accompagnato da una fotografia su cui il grande Campione, oltre alla sua firma, ha voluto aggiungere un messaggio per tutti: “combattete per i diritti umani!” Giocando a scacchi ovviamente…

CURIOSITÀ

Kasparov ha creato la Kasparov Chess Foundation, la cui missione è introdurre il gioco degli scacchi nel sistema educativo di tutto il mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo, per rafforzare la capacità critica e l’abilità strategica delle nuove generazioni.

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Il momento in cui Garri Kasparov ha siglato la scacchiera.

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